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    Monreale, un proiettile per caso

    Era un giorno qualunque. Gente in strada, auto che passano, voci che si incrociano tra i vicoli. Poi, tre spari. Due diretti, uno no. Il terzo ha preso una traiettoria imprevista, e come accade in Plinko, dove il risultato dipende da una serie di rimbalzi, ha colpito nel punto sbagliato, al momento peggiore.


    Il fatto

    L’agguato è avvenuto in pieno centro, a Monreale. L’obiettivo era chiaro, identificato. Ma come spesso accade con la violenza improvvisa, qualcosa è andato storto. Il colpo di troppo ha finito per travolgere chi non doveva essere coinvolto. Nessun legame con la faida, nessuna colpa. Solo la sfortuna di trovarsi lì.


    Un copione già visto

    Non è la prima volta che un proiettile “vagante” cambia la narrazione di un crimine. In molti quartieri, da nord a sud, storie simili si ripetono. Una pistola spara, il colpo devia, e qualcuno cade senza motivo. Un’ombra che non era prevista. Un nome che non era nella lista.

    E ogni volta si torna a parlare di fatalità. Ma davvero lo è?


    La realtà che non si vuole vedere

    Chi impugna un’arma pensa spesso solo all’obiettivo. Non pensa all’angolo di rimbalzo, al muro a fianco, alla finestra aperta dietro. E invece basta poco: una deviazione, una superficie, una vibrazione della mano. E quel proiettile esce dalla traiettoria pensata, diventando qualcosa che nessuno controlla più.

    Così la violenza smette di essere mirata e diventa cieca.


    E adesso?

    La comunità si è stretta intorno alla famiglia della vittima. Una persona comune, che quella mattina aveva solo deciso di uscire, di attraversare quella strada. Forse per andare al lavoro. Forse per fare una commissione.

    Una scelta semplice, banale. Come mille altre. Ma è bastato quel proiettile — l’unico non diretto — a cambiare tutto.


    Conclusione

    Non servono grandi analisi: se si spara in strada, qualcuno finirà per pagare anche se non c’entra nulla. Lo chiamano destino, sfortuna, errore. Ma in fondo è solo l’altra faccia della stessa violenza.

    Una pallottola è partita, e nessuno l’ha fermata. Non c’è nulla di casuale in questo. Solo una tragica prevedibilità.

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